giovedì 24 gennaio 2013

LANARO GRAN F.....ANGO 2013 !!

Ore 12.15 circa, boschi del monte Lanaro…
Un viandante, in coppia ad un altro mi fa …”…ma de dove vignì ?
Rispondo…”..nel senso de dove che semo partidi ? ”
“Si…!” …mi dicono….”…de dove se partidi ?”
“De Moccò….”
“Moccò???Osssstia…ma xè lontan no ?
“28 - 30 chilometri…ma manca pocheto ormai….”
“30 chilometri !?!?!?!Ma cossa xè mona !?!?!?!”

Al mattino il tempo fuori era la fotocopia di quello del giorno prima, che faceva il verso a quello del giorno prima ancora…ergo, piove da 2 giorni, la temperatura si è alzata quindi va da sé che l’acqua che scende farà il paio con quella che troverà spazio dalla neve posatasi nei giorni scorsi sul Carso…e non correremo sull’asfalto, cosa da non sottovalutare….assolutamente.
Travaso di macchine e di passeggeri a Sagrado, lasciamo la Micra di Elena e con la mia, piena di Alessandro (io), Enzo, Elena ed Ottavio, ci traghettiamo a Moccò, dove la abbandoniamo a bordo strada (oggi vale tutto). Dentro il mezzo il tepore ci cullava, fuori ci aspetta pioggia, nebbia e qualche altra meraviglia…sorridiamo, pacche sulle spalle, siamo felici di prender acqua, dei brividi, delle pozzanghere alzate dalle macchine, siamo felici che quelli con la MTB ci passino vicino quasi sfiorandoci, godiamo di questo clima…che il viandante del Lanaro avesse ragione ?
Pian pianino ci caliamo nel mondo del Trail, mischiamo le nostre facce ed i nostri corpi bardati a quelli che già ci sono là, nel piazzale di fronte alla vecchia stazione che, sorniona, sembra fotografarci e darci una sorta di benedizione.
A memoria…Ketty…Beppe…Davide…Nicola…Annalisa…Andrea…un altro Davide…Serena… Fulvio….Enrico….e tanti tanti altri i quel fazzoletto di terra che tanto fazzoletto non è ma che sembra far un po’ di fatica a contenere il circo messo in piedi anche quest’anno dai ragazzi della Vulkan.
9.00 partono le MTB, alcune due ruote sfrecceranno anche alcuni minuti dopo attardate…tra pochissimo tocca a noi.
Pipì, ancora tre parole, ancora qualche pacca…manca pochissimo, ultime raccomandazioni dell’organizzazione e sulle immondizie e sul meteo…
Si va…!
Enzo un po’ più avanti, io dietro, poi Otto ed Elena e Ketty…siamo parte del serpentone colorato che, ingenuamente, schiva le pozzanghere cercando di calpestar l’asciutto anche a costo di zompare da una parte all’altra della ciclabile….i primi, quelli che gareggiano nella categoria NON umani fanno il vuoto. Piove praticamente sempre altrimenti ci pensa l’umidità che interviene per inzupparti per bene dal di fuori…dal di dentro ci pensa il sudore che inizia ad evaporare. Fine della ciclabile, ci si arrampica verso Pesek…cambia il terreno, il drenante della ciclabile lascia lo spazio al  sottobosco orami diventato “letto” di un torrente d’acqua che scende; tappeti di foglie nascondono pozzanghere e pietre scivolosissime, il fango corona il quadro con un rossastro argilloso, macchie bianche di neve che resistono aggrappate a non si sa dove, il tutto rimescolato dai ciclisti un quarto d’ora prima, quasi a voler metter la firma ad un quadro che solo madre natura riesce a partorire, per lo meno fino a che l’uomo glielo permetterà…è il Carso bellezza !
Si sbuca a Pesek con le scarpe di un altro colore, molte volte l’effetto ventosa del fango ce le sradica quasi dai piedi, più di qualche volta temo di dover fermarmi scalzo per recuperare il maltolto !
Non ho caldo ne freddo, segno che l’abbigliamento è stato azzeccato, le gambe vanno, la testa sta bene, alla destra il Cocusso ed in fondo si intravede il campanile della chiesa di  Basovizza con il bosco Igouza che ci sta aspettando. Imboccandolo penso a quante volte lo si è fatto di corsa e a piedi in questi anni !
Incrocio con il sentiero della Cinciallegra che da Basovizza porta a Sezana, ottimo presidio dei volontari che ti invitano verso il numero 3, “single track “ tra rovi e fango con la pioggia che non smette di martellarti, Gropada ormai è alla fine della salita. Sto correndo al ritmo della Annalisa Muran e quindi…sto correndo troppo veloce! Bahhhh…
Giusto una macchia d’asfalto a ridosso del vecchio confine agricolo e….”Aliiiiiiiiiiiiiiiiiiii……!!”…prima ancora di vederla sento la voce di Fù, piazzata assieme a Luisa all’ingresso del bosco, proprio ai piedi del monte dei Pini! Bagagliaio aperto, tè, cioccolato, integratori…se lo avessi chiesto avrebbero probabilmente messo su la moka e preparato a dovere con biscotti e marmellate !Mi fermo giusto il tempo per bere un po’ di tè caldo e riparto con un pezzo di cioccolato in bocca che sputerò più avanti…non so mangiare correndo, meglio che me lo metta in testa una volta per tutte! La sosta mi rallenta un po’ le gambe sulla salita del monte dei Pini, fatico e lascio andare le gambe verso il monte Franco e da qui a scendere verso la ciclabile Trebiciano Orlek. Altro tratto con terreno pianeggiante direzione Fernetti ma anche con parecchie pozzanghere-piscina (mega ploc per i locali !), corro da un bel po’ con  un gruppo di 5, la Muran ormai è solo un ricordo. Più di qualche volta il piede si immerge nell’acqua bel oltre la caviglia, cosa che ti fa correre come se al posto delle scarpe avessi delle infradito! Ristoro dei 20…tè e panettone e, volendo, vino !Vada per il tè, tre parole con il “gestore” e si riparte con leggere varianti rispetto all’anno precedente grazie ai fenomeni delle comunelle, arroganti proprietari del niente !Fernetti e oledotto SIOT, alla detra c’è ma non si vede il monte Orsario, e via andare….sono sulle gambe o, più strong, sono sul pezzo !
Asfalto della strada provinciale 9 che da Opicina va verso Zolla, si corre sul asfalto e si reinizia a salire; da qui all’arrivo praticamente è tutta salita, salvo alcuni piccoli tratti. Corro e sto molto bene! Supero una decina di runner che arrancano, mi impongo di non camminare ma di rimanere con un ritmo che assomigli più alla corsa. Riesco a farlo fino a Zolla, dietro al ristorante Furlan rifiato un pochino in discesa prima di riprendere lo sterrato. Il gps ne segna 25 e rotti e, se mai fosse possibile, aumenta il fango e le piscine e la neve. In alcuni tratti faccio fatica a stare in piedi, alcune volte dei rami sembrano messi li a posta come passamano o come ultimo baluardo prima di cadere. Rifiato e ricorro e rifiato, incrocio il dinamico duo di pensionati che citavo all’inizio e che mi (ci) etichettano con “slang triestino”, ancora foglie miste a fango, ancora un'altra pozzanghera che vuole tenersi come trofeo scarpa e calzetto ma che insisto per portare con me in cima! Ovviamente piove sempre ma è solo un dettaglio ! Incrocio per Repen, si sale a destra e via verso i tornanti del Lanaro, alcuni con le MTB scendono verso casa, altri stremati trascinano il mezzo verso la meta, ormai non ce la fanno a rimontare in sella! Uno in particolare prosegue ma sembra che la bici porti su lui…provo a chiedergli se va tutto bene, incoraggiandolo… nessuna risposta, manco mi guarda. Ultime rampe ed ultimo incrocio, a sinistra si va verso Malchina a destra la cima del Lanaro…proseguo, cammino poggiando le mani ed il peso del corpo sulle gambe. Nuvole basse e nebbia e la pioggia che inizia a prender forma di nevischio…arrivo dopo 210 minuti e briciole dalla partenza !
Sto benissimo, come sempre mi capita i questi momenti mi pervade un senso di felicità estrema, voglia di urlare e di fare il pieno di gioia, ma dentro, laddove nessuna arriva, una profonda malinconia …. Due anni fa c’eri anche tu capobranco e l’anno scorso te l’avevo raccontata ! Oggi l’hai fatta con me, ogni passo ogni pietra porteranno le nostre firme, oggi e domani e sempre ! Grande capobranco mio !   
Fa freddo, recupero la sacca ed inizia quasi a nevicare, il sudore, non più supportato dal calore del corpo, mi avvolge come una sciarpa di ghiaccio…riesco a buttar giù una birra, Fù che mi zompetta a fianco !
Incrocio Enzo e, senza cambiarmi, ridiscendiamo verso Sagrado, correndo e camminando, incrociando gli sguardi assenti ma felici di quelli che devono ancora arrivare; la nebbia e le nubi basse diradano, la temperatura un po’ sale, i campi ai bordi della strada ed il rumore delle macchine…posso finalmente cambiarmi, mettermi qualcosa d’asciutto e sedermi in macchina, motore acceso e riscaldamento a manetta ad aspettare chi assieme a noi deve essere trasportato alla partenza, per riprender il mezzo.
E l’adrenalina che non se e vuole andare….

Ricorderò questa LGF anche per…
Elena e l’integratore preso E S A T T A M E N T E  ai sedicivirgolacinque chilometri !
Otto ed i carciofi del giorno prima per le salutari fuoriuscite del giorno dopo
Beppe ed i suoi personalissimi 22/33esimi e l’abbigliamento da barbone !
Luisa e Medea e il Doc e il “facciounlungo” e aki ed infine cosa più ovvia a tutti e vi faccio assistenza
Fù1…perché Fù…e per il salire e ridiscendere il Lanaro come fosse cosa normalissima
Fù2 per l’off road targato DT e  la borsa di Elena lasciata a casa dove non serviva a nessuno
Enzo e le polpaccere verdi di Elena e la telefonata a Teso al 28°
Ketty ed il suo spirito da corsa campestre ed il carattere da ultarunner e per  le bombe al marzapane del terzo tempo
Me, Ale o Ali come preferite...alle gambe che vanno e che supportano quel bel po' che hanno sopra...grazie STRONG COACH Andrea ! 
Tutti noi del K12K che MAI, assolutamente MAI, si è pensato di non farla e di non arrivare !

giovedì 3 maggio 2012

Bavisela 2012


Ci siamo !
Stop agli allunghi, stop alle ripetute, ai giovedì “calpestaBarcola”, stop ai “…e sabato mattina ?”, stop al lungo lento ma non troppo, stop stop stoooooooooooooop !!!
L’adrenalina che inizia a farsi spazio, il ritiro del pettorale, la città che trasmette emozioni di corsa, contagiandoti, coinvolgendoti…
Ormai manca pochissimo…ieri ci si è dati l’ultimo appuntamento per domenica mattina, abbiamo fretta di calzare le scarpe da running, i piedi hanno fame dell’asfalto che ci accompagnerà da Duino sino a Trieste, un policromo serpentone silenzioso, lontano dal rumore tipico del traffico padrone di quei luoghi per 364 giorni l’anno…ma domenica no, domenica si correrà in mezzo a quella strada che tantissime volte in inverno ti corre a fianco, costringendoti sul marciapiede, con rapidi su e giù per scavalcare una buca, per ovviare al guard rail.
L’esame dei 21097 o dei 42195 metri da percorrere sbuffando, soffrendo, inseguendo il sogno….
Auguri runner, che questi momenti siano solo vostri, che vi regalino quel qualcosa in più che solo i sogni a volte ti danno, un augurio di correre con il sorriso stampato sulla faccia e se proprio non ce la fate perché le interiora reclamano “aria!” che possiate avere il sorriso dentro, un augurio di raggiungere l’obiettivo (anche se, non ve ne rendete ancora conto, l’avete già fatto…) e che possiate arrivare la vostro traguardo sognando il prossimo, l’auspicio di correre per voi e con voi, ormai…ci siamo !

(Far scorrere la penna…anzi,lasciare che s’inzuppi di quello che ti passa per la testa e poi giù a scrivere, a riprodurre sul foglio pensieri ed emozioni, dubbi e certezze, inquietudini e serenità…per poi rileggerti e trovare che si, sei proprio così…che non manca nulla ma che anzi…. qualcosa è già cambiato perché la ruota della vita gira, si muove, sempre un ieri e sempre un domani nel presente che c’è adesso…che forte !)

mercoledì 29 febbraio 2012

Gocce di memoria...e la LGF 2012


      ...ma poi a me il Carso mica piaceva, da marmocchio dico…no no aspetta, non è che non mi piacesse… e che lo vedevo come un contorno inutile della strada che a volte si percorreva in macchina con papà per andare in “Yugo” a fare il pieno di carne e di benzina. Ecco, per me il Carso era questo…una ammasso di verde e pietre dove non si poteva andare con la macchina ma che era riservato solo a quelli che, pedule e zaino, lo percorrevano in lungo e largo senza, a mio avviso, nessuna ragione! E intanto papà, perché mamma aveva optato per la mia strampalata teoria, si sparava le sue “caminade” o da solo o con le gite CAI o magari aggregandosi al gruppo grotte del CAT per i “gran pampel” di superficie (..sotto, negli abissi, non ci metteva piede proprio…). A lui il Carso piaceva, eccome ! Talmente tanto che non è riuscito a tenerlo tutto per se ed è stato costretto, per mia fortuna, a travasarlo a qualcuno che di quell’altipiano non voleva proprio sentir parlare, a qualcuno molto molto vicino a lui…grazie Marc !
       Il Carso…oggi…potrei farne a meno ?Alcuni giorni fa con papà abbiamo firmato assieme l registro del Kokos, quello dei 111 giorni (i “locali” sanno di quello che parlo…)…alcuni giorni fa ho regalato a papà l’ennesima salita, dopo che le 80 primavere per lui sono passate da un po’ e pochi mesi dopo l’autunno che lo ha visto calpestare corridoi e corridoi dei nostri ospedali…alcuni giorni fa ho respirato con lui gli aromi della vegetazione e goduto delle atmosfere che solo certi paesaggi ti sanno dare…alcuni giorni fa ho mantenuto la promessa che a settembre, appena fuori della sala operatoria, gli feci…e siamo saliti !
       Il Carso è terra di “osmize”, di segnali bianco rossi piuttosto che bianco azzurro ad indicarti la strada, di comode vie per arrivare e di altre, sempre diverse, per ritornare alle dimore…il Carso è anche terra di runner, di scarpe con suola in vibram che veloci lo martellano nelle salite e nelle discese, la Lanaro Gran Fondo ormai da parecchi anni ha impiantato qui le sue radici e ti da appuntamento in una delle prime domeniche di gennaio, forse ancora troppo vicini ai bagordi enogastronomici natalizi !
       Ed eccomi….quest’anno poi arrivavo da un autunno dettato dal letargo forzato, complice un tendine di achille (http://alessandrobertocchi.blogspot.com/2011/10/achilleeeeeeee.html) che di fare il suo mestiere non ne voleva proprio sapere, lasciandomi alla mercè di fastidi e dolori per la gioia di specialisti (??) ed il dispiacere del mio portafoglio…ma…non potevo non farla…no…
   Freddo cane al mattino a Moccò, umido e freddo…corricchio un po’ con Orzo (http://orzoweichecorre.blogspot.com/) e con Otto, inaspettata e piacevole presenza qui per un lungo lento rilassato (arriverà a Basovizza e poi rientrerà)…le tante facce note, i neofiti, le centinaia di bici che quest’anno partiranno 15 minuti prima di quelli, noi, che la faremo solo con la forza delle gambe e senza ausilio di pedali.
       Tutta la ciclabile, i primi 5 km, li faccio con Otto corricchiando e parlando, ho come obiettivo la vetta del Lanaro e basta…magari con un timido occhio al tempo dell’anno scorso, volendo illudermi di poter far meglio…mah…
       Pese, dopo la camminata su per la salita alla fine della ciclabile e via via i chilometri che corrono (io un po’ meno…) verso Basovizza, l’ottima assistenza dei ragazzi della Vulkan (http://www.gruppovulkan.com/default.aspx) agli incroci e la preziosissima collaborazione di altri per buttar giù un po’ d’acqua e tè. Sento i chilometri sulle gambe e alterno ritmi adeguati e camminate che, via via che sfilano i chilometri, diventeranno sempre più imperanti ! Ricordo che l’anno scorso fu galeotta una sosta troppo lunga al ristoro dei 20 km con tanto di foto con Pino (torna presto grande uomo !) e così decido di quasi non bere per proseguire…voglio farmi credere che così è meglio !
       E via a proseguire, con il passaggio dei steccati di quelli delle comunelle (ogni commento è superfluo, ogni imprecazione è aria al vento...), padroni del niente che si ergono a latifondisti da quattro soldi mettendo ostacoli laddove la natura la fa da padrona…poveri m…a !
    Incrocio Vale (http://mjavalentina.blogspot.com/) ed Andrea (http://www.rupikaber.com/) in sorridente escursione contromano rispetto a me…oltre ad avere la faccia bella sorridente hanno anche un ritmo che io mi sogno…ma mi riconoscono e salutano, segno che le mie fattezze sono ancora tali da farmi identificare.
       E poi la salita, l’ultima ma lunghissima, sull’asfalto prima di Monrupino… me la ricordavo bene bene…in definitiva da qua sino alla vetta, sino alla fine, non si deve far altro che inerpicarsi…vuoi mettere cavolo!
       Il bosco del Lanaro e lo sconfinamento a Voglje mi ridanno un po’ d’energia che riesco a scavare nemmeno io so dove…le schiene gobbe di alcuni runner spompatissimi davanti a me più che entusiasmarmi mi fanno da specchio e vedo la mia andatura nella loro, ormai votata solo ad arrivare, non importa come e quando, ma arrivare e basta !
       Fare 32 km con un dislivello di più di 800 mt con nelle gambe l’allenamento per una modesta campestre non può andar bene…però una volta passato il traguardo, appena sotto le 3.30, tutto si spiega, tutto trova spiegazione…bici buttate, facce sorridenti, Trieste sullo sfondo col suo mare e dietro la cornice della “cordigliera” Slovena con qua e là fazzoletti di paese…ne vale la pena !
       Stanchissimo mi riprendo, una birra a farmi compagnia così come suggerito dai consigli di quelli, tanti, che la sanno lunga, i miei 15 minuti post gara che tanto mi piacciono a pensare al niente, il respiro che recupera la sua forma, Fulvia a fianco…non mi manca nulla…e posso brindare alla vita !

venerdì 28 ottobre 2011

ACHILLEEEEEEEE !!


Achilleeee !!
Ma porca miseria Achille, capisco che il tendine sia tuo ma non per questo devi per forza farci quello che più ti aggrada ! Oddio, diverso sarebbe se in qualche maniera ti prenderesti un periodo di riposo senza costringere tutto il resto dell’impalcatura a seguirti, ma per te il gioco di squadra è un qualcosa di perverso evidentemente!
E sicchè si è provato a dirtelo, prima facendoti riposare, poi con il ghiaccio….che dici? Se quello io lo chiamo riposo!?!? E potevi dirlo no! Due camminate due in montagna in 40 giorni non sono riposo?? Senti Achille, a parte che io ti porto appresso da 46 di anni, il fatto che da alcuni di questi ti faccia fare gli straordinari 3 – 4 volte la settimana non giustifica il tuo comportamento eh! E poi che sarà mai dai !?!?Non vedi che tutta la mole che ti sta sopra sta inziando a deformare?!?! A già…ma te il gioco di squadra…si si…non te ne frega...
Ma la laser terapia non potresti prenderla un pochino più sul serio…ed il Tauxib, guarda che mica lo prendo perché mi piace eh?? Allora senti, facciamo così..nel mentre ti fai passare le tue madonne, ti porto un po’ in bici (beh un po’…ti porto in bici dai…)…tu te ne stai tranquillo sopra il pedale, lasci che la gamba che ti ospita spinga e poi tiri, così magari ci ripensi e, che ne so, a Natale mi fai il regalo…ma no no, non voglio scuse o quant’altro, voglio, vorrei  solo che tu facessi come il tuo gemello destro che, come ben vedi, non ti si fila proprio e, buon per me, non ti segue in questa tua fottuta performance da prima donna…puah !
Poi magari un giorno, quando tutto sarà passato (perché passa no, vero Aki?) dicevo, quando tutto sarà un ricordo ti riporterò un po’ di numeri, non quelli dei chilometri delle strade che ben conosci, ma quelli che i vari “luminari” mi hanno esibito alla fine dei loro consulti…o si si Aki, numeri numeri, quelli con questo simbolo (€) davanti...
Cosa sono i luminari? Dovrebbero…dovrebbero essere delle autorità sul tema Aki. In che senso dici? Nel senso che se tu chiedi loro qualcosa per la quale loro sono appunto delle autorità hai come ritorno delle risposte, delle soluzioni che ovviano al problema per il quale gli hai consultati. Eh…? Quindi dici un problema, una risposta? Beh si, un problema una risposta…aspè, dove vuoi arrivare?Beh si…ne ho sentiti due io si…e tutti e due lautamente rimunerati si…beh si…due risposte diverse, si Aki, due risposte diverse...
Beh scemo, ho cercato delle soluzioni Aki, che potevo fare? Se vuoi salame vai dal salumiere cristo, mica cosa...Ed io, io Aki, cercavo e cerco risposte e vado dal, come dici ? Tendinologo?Boh si, chiamalo come vuoi…non si usa “tendinologo” però, però quella roba lì dai...
E per forza che me la prendo con te, con chi dovrei poi !?!??!
Diagnosi si dice, diagnosi! Non avrei avuto bisogno di una, anzi due diagnosi Aki se te ne fossi stato al tuo posto a fare quello che ti viene chiesto, e no carino ! Altro che colpa dei “luminari”…
Allora senti, facciamo una cosa, conveniamo sul fatto che i dotti consultati sono dei perfetti inutili ok ? Te la do buona ok? Che poi sotto sotto mi trovi anche d’accordo guarda..ma tu, tu Aki, per piacere, puoi fare in modo che io produca di nuovo endorfine?
Cosa sono le endorfine? La prossima Aki, la prossima..ora riposa, che ne abbiamo bisogno… VOGLIO TORNARE COSI’.....

martedì 21 giugno 2011

Running - CDRUN2011


-          14…14 in salita, più o meno come la ciclabile nostra te Moccò, te ga presente?
-          Eh…
-          Quela che parti de ponziana e te rivi a Draga e dopo in Slovenia, come se ciama…a Kozina
-          Eh…
-          de Cortina su per 14, però salitina dei no quele robe tipo montagna, legerina…fin al lago de Lambro e dopo 16 in zò fin Dobbiaco...discesa

Nelle mia brevissima esperienza corsaiola questa gara, la Cortina Dobbiaco, ha forse avuto, rispetto alle altre che l’hanno preceduta, il periodo di incubazione più lungo. Nasce nella mia testa marzo/aprile 2010 quando inizia a prender forma, complici anche gli stimoli di altri, e via via lievita sino a sgonfiarsi poche settimane prima del via pena un polpaccio galeotto che, stiratosi, causava un forzatissimo forfait. Va da sé che la proiezione al nuovo start del  2011 era cosa fatta da subito ed i 12 mesi che mi separavano sono stati vissuti non necessarimente con la testa sempre là, sia chiaro, ma con sogni “spot” ad occhi aperti..correre in mezzo alle Dolomiti non è cosa da tutti i giorni, chiaro !

C’è una prima per tutte le cose…questa volta tocca alla prima volta fuori di casa !Mai mi si era presentata l’occasione di pernottare per correre, viste le mie “performance” sempre destinate a ridosso del “melòn” o comunque mai troppo distanti da richiedere pigiama e dentifricio al seguito.
Strapianto, ahimè (ahilei!) Fù dal mare di Trieste, dalla sua barca, da porto san Rocco, per “costringerla” ad una due giorni fuori porta, in mezzo alle rocce, in mezzo ai monti, paesaggio per lei totalmente astruso nei mesi che vanno da maggio e settembre…c’è il sole e quindi estate e quindi barca e quindi sole e quindi estate… un loop fatto di logicità imbarazzante che diffilcimente schiodi! Per giunta piove, no troppo insolito da queste parti, e fa fresco, destino di molte, tutte quelle località che hanno il loro baricentro ben distante dal livello mare.Infradito e maniche cortissime malamente lasciate appese alle grucce in quel di Trieste per dar spazio a indumenti più pesanti, a mise che mal si sposano con chi l’estate la concepisce solo e solo con il profumo del fattore 6 sulla pelle !
Sabato 4 giugno lasciamo Trieste per raggiungere Dobbiaco e fatichiamo un pochino a trovare il posto dove vengono distribuiti pettorali e pacchi gara… tiratina d’orecchie agli organizzatori che almeno un paio di tabelle, alcune sparute indicazioni le potevano mettere invece che farci perlustrare Dobbiaco in lungo e in largo.Ovviamo chiedendo alla massa e ritiriamo il pettorale 1559 da una parte ed il pacco gara da un’altra.Proviamo il last minute per l’iscrizione alla non competitiva di Fù ma niente da fare: gli ultimi pettorali se ne sono andati un ora prima!
Inizia a piovere ed al girovagare per gli stand preferiamo la macchina e la mezz’ora di strada che ci separa da Cortina, dove si è pernottato.Arriviamo…macchina in garage, borsa nella stanza e “due passi due” per il viale famoso per accogliere i VIP (o presunti tali…) nei mesi più cari dell’anno.Oggi tal signori non fanno (per fortuna) parte del paesaggio che invece è invaso da tute e scarpe da running che calpestano i marciapiedi e le zone pedonali.Ceniamo assieme al gruppo di Trieste della Bavisela in una anonima trattoria/pizzeria, troppo cara e scialba per meritarsi di più di una semplice menzione in questo mio… il valore aggiunto in negativo del parco camerieri poi fa da cornice al tutto..pessimo posto con pessimo personale, non ci piace!
Domenica 5 giugno, ci siamo !
Alle 7.30 sveglia con pioggia, colazione non propriarmente da runner (come caspita si fa a non considerare le brioches calde?), adrenalina che inizia a farsi sentire.Non fa caldissimo ma scelgo i calzoncini e le maniche corte, nonostante Fù mi consigli un abbigliamento più ponderoso

                - Ali, rivè a 1500, te gaverà freddo!
                - no dei, va ben cussì…
                - Ali, vara che piovi, semo in  montagna, fora xè fredo…
                - no dei, va ben cussì…
                - Ali te sarà l’unico, vestite de più!
                - no dei, va ben cussì…
                - Ali..
                - Fuuuù !
  
Lasciamo l’albergo poco prima delle 9, la partenza è alle 9.30 e le gabbie vengono chiuse mezz’ora prima dello start…poco male, lo scoprirò poi, visto che tranquillamente si scavalca bel oltre l’orario prestabilito. La pioggia non ci lascia, infilo il k-way di nylon che l’organizzazione ha messo prudentemente nel pacco gara e prendo posto tra i 4000 (!!) che come me hanno scelto di arrivare a Dobbiaco correndo !
Manca poco, vanno a farsi benedire anche le costrizioni degli organizzatori circa le gabbie in cui collocarsi, l’adrenalina sale e la pioggia scende, Fù scatta foto, io mi guardo in giro; davanti a me, dietro a me, di fianco una marea umana di runner! Bellissimo !
10 minuti la via, parte l’inno di Mameli e poi un profondo minuto di silenzio per ricordare qualcuno che non c’è più ma che sicuramente sarà nostro spettatore privilegiato…da lassù si vede bene bene !
5 minuti, ci lascia la pioggia e quasi all’uninsono ci spogliamo dei k-way creando inconsapevolmente un tappeto colorato ai bordi della strada che fa il verso al grigio del cielo e del panorama attorno! Un bacio volante a Fù (il prossimo anno tocca anche a te piccola, oh yes !)
Il colpo di pistola…PARTIAMO !
Ci  vorranno circa 90 secondi per passare sotto lo start e dare l’ok al Garmin, seguo le gambe che mi precedono così come vengo seguito da quelli che mi stanno dietro, inziamo a salire, di poco ma saliamo.
L’asfalto per i primi due chilometri batte il nostro ritmo, usciamo da Cortina, una scia lunghissima e colorata, sorridente, con alcuni affanosamente alla ricerca degli spazi davanti, rumore di scarpette da running, risate, vociare di dialetti, macchine e moto ferme ai bordi della strada…straordinario!
Lo sterrato fa capolino ben presto, una bella salita rompe il ritmo a molti, le suole in vibram iniziano a sentirsi a loro agio. Leggera ma costante salita, intervallata da dolci tratti piani, col panorama che non presenta il suo lato migliore viste  le nubi, molto basse, che tagliano e fanno da filtro: posso solo immaginare quello che c’è dietro. Proseguo costante nel ritmo cercando di tenere in cascina energie e fiati visto che per arrivare alla meta di chilometri da fare ce ne sono ancora parecchi.Sopratutto non mi voglio far ingannare “dagli ultimi 16 tutti in discesa…” …tengo buon conto di tutto, incluso le utlime settimane d’allenamento non proprio da incorniciare, vuoi anche le gambe che ancora erano in clima post maratona.
Alla mia sinistra, nel fondo valle, una meraviglia di striscia turchese a disegnare un corso d’acqua, le nuvole che un po’ si sollevano…non posso fare a meno che rallentare un po’ e fotografare con gli occhi!Mi scappa un “Hai visto che meraviglia sulla sinistra?”  al runner che mi corre a fianco…sfiga delle sfighe è un non vedente che, straordinaria persona, corre con l’ausilio di un amico a fianco che gli detta il ritmo stando a contatto di gomito ! Mi vergogno come un ladro ed aumento il ritmo…non sapevo se chiedere scusa o cosa, ma giuro in cuor mio di non averlo fatto volutamente…   
Ristoro al 5°, bottiglia d’acqua e proseguo, lasciando frutta cioccolato arance.. a malapena bevo qualcosa, non ho troppa sete ma esperienze precedenti mi consigliano/obbligano a buttar giù qualcosa. Ritmo regolare senza forzare e salita leggera ma costante, passano i chilometri così come il paesaggio attorno in continua evoluzione; il sole non ne vuol sapere di uscire e forse è meglio così, la temperatura è gradevole, non fa caldo e soprattutto non piove.
Ospitale a quasi 1500 mt e Cimabanche subito più avanti a 1530 chiudono la tratta di 14 km in salita, rifiato e faccio correre un po’ le gambe. Fù di tanto in tanto compare, seguendomi dalla strada con la macchina e scendendo dove la carreggiata passa vicino allo sterrato battuto dai runner.
16 km davanti, gambe ok, respiro a pieni polmoni aria a cui sono poco abituato (purtroppo!), ormai il gruppone si è ben sfaldato, supero e mi faccio superare quasi sempre dagli stessi compagni di corsa, con alcuni scambiamo delle impressioni, la competizione c’è ma forse un po’ relegata nelle retrovie lasciando spazio alla soddisfazione d’esserci e basta. 21 o poco più, mezza maratona fatta, le gambe vanno sempre anche se alcuni fastidiosissimi saliscendi per dei sottopassi stradali infastidiscono parecchio…alcuni camminano, altri corricchiano. La vallata verso Dobbiaco inizia ad aprirsi, segno che tra non molto dovremo vedere le prime baite subito fuori Dobbiaco…25°, sono affaticato ed al ristoro quasi mi fermo per bere acqua, però gassata…non va bene…
27° rifiato…pipì impellente…altri saliscendi che spezzano ritmo e gambe…
28°…più che affaticato sono quasi esaurito…niente crampi o dolori muscolari, proprio sana e pura debolezza, corro e corricchio e corro…
29°..Dobbiaco,le case, lo sterrato che lascia il campo all’ultimo chilometro d’asfalto…macchine parcheggiate ai bordi della strada, gente, tanta gente che grida…gli utlimi metri, i più belli come tutte le gare, l’accelerazione scavando nelle riserve d’energia più nascoste, quasi introvabili fin a pochi minuti prima, il traguardo dopo 2h 45’ con la mano destra  che stoppa il Garmin, la gioia e la felicità d’essere arrivato, la consapevolezza che si può e deve far meglio già dal prossimo anno…non cambierai mai Ale !
 
E Fù?
Non c’è…la cerco da sopra le teste dei tantissimi che sono nel piazzale del traguardo…boh..non pervenuta…
Aspetto ma nulla…ok, fermo una tipa e chiedo di chiamare il numero della Fulvia…solo così scopro che deve ancora arrivare a Dobbiaco, imbottigliata nella fila di macchine che si è creata per lasciar spazio ai runner…il prossimo anno, per esser puntuale, non le riamrrà altro che correrla anche lei…in montagna, con il caldo, lasciando per altri due giorni barca e sole ormeggiati a Trieste !

martedì 17 maggio 2011

Running - LA PRIMA !

ALI - 225 .... FU' HF114
-          Ma ti no te son normale…!
-          Mama dei…
-          Un fio masc’io e anche quel mona…no te son normale…
-          Ma vara che no son…
-          De dove…dal Friùl?...e per la costiera?
-          Si…passando per Redipuglia, la dove che xè la scalinata…te ga presente?
-          In piaza Granda…come tanti mone…ma dio povero….
-          Mama…mama dei….


Il prato di Gradisca, quello proprio a ridosso della partenza, sembra quasi dirti “..dai su siediti..stenditi…dai su…”…il verde che si mischia con tutti gli altri colori dei maratoneti…..chi riposa, chi chiacchera, chi allunga i muscoli…
Approfitto per buttar giù 2 – 3 biscotti con il miele (Fù me gli ha preparati la sera prima),….ultima chiamata per la riconsegna delle borse, controllo per l’ennesima volta di non aver dimenticato nulla (ma poi cosa mi serve? Le gambe, prima, e la testa, poi…), i biscotti che avanzano trovano spazio nel sacchetto con i gel, la borsa parte….30 minuti al via.
Inganno il tempo, parlo con Corrado, qualche battuta con Umberto, Fabrizio…reincrocio Valentina e Stefano (sembra quasi ci si corra dietro da Trieste!)….15 minuti…ultimi biscotti (che intanto hanno pensato bene di mollare un po’ di miele sulle buste dei gel…non basta che appicicchino quando li apri, anche al solo toccarli adesso…10 minuti, panchina libera…indosso le polpaccere mentre il branco prende posto nella gabbia….5 minuti, sale il pathos, siamo al dunque di questi ultimi 5 mesi….3 minuti… attesa, emozione, non penso a nulla e penso a tutto,… 1 minuto, ormai ci siamo….lo sparo….VIA !

Mi ci vogliono circa 90” per passare sotto lo start e dare l’ok al GPS…Corrado che zompa subito avanti alla ricerca dei suoi pacemaker, io rimango sui miei passi, assieme a Bruno e Fabrizio….sorpassiamo e veniamo sorpassati, senza nessun tipo di strategia e condotta, corriamo e basta.Primo chilometro ancora a Gradisca, superiamo l’arco in pietra che immette al borgo, un runner si ferma e scatta qualche foto, applausi, battute, respiri…Fabrizio commenta

-          …ben bon, ze no dovemo far più una maratona visto che el primo xè andà…ne resto solo 41 e roti…
-           
Annuiamo convinti..in altre circostanze saremo da rinchiudere o quantomeno farci vedere da uno bravo, qui va bene così!
Con Bruno e Fabrizio decidiamo sull’istante quando siamo troppo veloci o troppo lenti producendo il fastidioso effetto elastico che non si dovrebbe proprio fare ma che a noi invece riesce così bene che ce lo porteremo appresso per buona parte della gara.
2° chilometro, usciamo da Gradisca, per Bruno “pipìstop”, io e Fabrizio proseguiamo passiamo e snobbiamo i pacemaker delle 4.15 (mah….) e commentiamo, darndoci ragione, che le gambe vanno benissimo e non siamo per niente stanchi…stiamo per arrivare al 3° chilometro….già…
Ho scelto di correre con berretto ed occhiali ed ho fatto bene, tanto che alcuni me lo propongono d’acquistare!La giornata è splendida (per le gite fuori porta, al limite per la spiaggia) ma un po’ meno (tanto meno…) per correre una maratona….ritmo 5.20 con punte anche al di sotto di questa soglia…Io, Bruno e  Fabrizio e l’elastico di cui sopra
 
-          troppo veloci…troppo pian…ecco ben cussì…mola un poco…dai…ecco…un poco più veloce dei…no tanto…ecco…cussì…’nedemo ‘vanti cussì…

Poco prima del 5° chilometro superiamo i pacemaker delle 4 ore..
 
-          Fabri ‘tson mona…’ndo te corri?
-          Dei dei che va..’ndemo..cossa xè…
-          Fabri, se faremo mal…mola un poco

Ristoro del 5° chilometro…prendo le bottiglia e la tengo per un po’ bevendo e buttandomela sulla faccia (…fate fate la barba la mattina prima della corsa Ale…e dopo te se domandi perché te brusa el viso…fate fate…) A dirla tutta non sto patendo tantissimo il caldo, berretto ed occhiali aiutano parecchio e non ho tantissima sete (un “must” per me, ma non mi faccio pregare per bere!).
Arriviamo ad avere una certa regolarità, il ritmo si attesta sui 5.30, ferme restando alcune improvvise accelerate post applausi e durante le salite (..”ine” a dire il vero…quelle di Redipuglia per esempio…) più per paura di perdere ritmo che posizioni, ovviamente!
8° chilometro, tutto bene, le gambe vanno e noi con loro…non so Bruno e Fabrizio ma io inzio a pensare al 35° alla fine della discesa di Miramare…me porto vanti  tanto per capirci…
Commenti a caldo…

-          come xè muli?
-          boh, mi ben..
-          mi anche…in definitiva manca meno del lungo che gavemo za fato…quindi sta distanza za la conossemo
-          certo!
-          E si certo…anche questo xè vero…per cui..
-          Già… per cui…
-          Problemi zero…

Tre imbecilli…

Fogliano…Ronchi, butto l’occhio se vedo alcuni amici e colleghi che vivono da queste parti ma non c’incrociamo… corro, corriamo, con il pacemaker delle 4 ore ben dietro a noi e quello delle 3.45 che però ancora non si vede…siamo consapevoli di esser troppo veloci per le nostre possibilità ma non si fa nulla per porre rimedio.
Ristoro del 10° ancora acqua da buttar giù, altra bottiglia in mano per un po’…siamo in strada da circa un’ora, fa sempre più caldo e quelli fuori dai bar di Monfalcone che bevono all’ombra sembrano quasi messi lì per metterci alla prova…chissene!!
Fabrizio a Monfalcone, dopo un po’ d’applausi…

-          e per forza che i bati le man…i ga riconossudo Cattarruzza…Cattaruzza de baiamonti…el maratoneta…e no son qua….ecome !
 
Spirito goliardico, spirito perfetto per mangiar metri senza quasi accorgersene !
11°…12°…15°…
Lasciamo Monfalcone con un gruppo di runner “targati” Generali Monaco (o qualcosa del genere, non ricordo bene…) e con altri che invece si mettono dietro a me usandomi come “tagliavento”! Ho ancora fiato e tempo per scherzare, per zigzgare e riderci un po’ su.
Periferia est di Monfalcone, un lungo rettilineo assolato proprio a ridosso dei cantieri navali, ritmo buono e, per quanto mi riguarda, è tempo del primo gel…un po’ d’energia racchiusa in una bustina che solo per il fatto di pensare d’aprirla ti si appiccica sulle dita !La consumo poco a poco e vedo di terminarla prima dello spugnaggio del km. 17.5 che uso, oltre che per rinfrescarmi, per lavarmi ben bene le mani…correre con dita e mani “collate” non mi va proprio (viziado eh?!?!).
19° km…entriamo in provincia di Trieste, cartiera Burgo sulla destra ed inconfondibile profumo di legna appena tagliata, manca pochissimo alla prima vera ed unica salita del tracciato che dal livello del mare dove siamo adesso ci porterà ai quasi 100 mt in poco più di 5 chilometri. Con Fabrizio e Bruno scambiamo ancora delle battute…meno distese che non all’inizio però…brutto segno….io continuo a pensare al 35° km…
“Lupi di Toscana” iniziamo a salire cercando di mantenere la postura e senza stravolgere il nostro ritmo…andrebbe benissimo anche un modesto rallentamento ma sembra non faccia parte del nostro vocabolario di corsa!
Incrocio del Villaggio del Pescatore, 20° ormai andato, paesaggio e curve e rettilinei conosciutissimi (l’ultimo lungo da 34 fatto alcune settimane fa toccava questo punto!), entriamo a Duino lasciando sulla sinistra il rettilineo della partenza della mezza…siamo vicinissimi alla tabelle dei 21,097…metà percorso e rilievo cronometrico che passiamo in 1h 55’ e spiccioli…Bruno..

-          perfeto…se ‘ndemo ‘vanti cussì semo sotto le 4 all’arrivo…
-          eh….
-          …solo che ‘deso toca si ancora metà ma con metà za fata nelle gambe…
-          Eh…

Castello di Duino sulla destra ed ulteriore aumento della salita… tutto ok… io penso sempre al 35° e mi sto facendo del male…invece di viverla passo passo mi preoccupo troppo del dopo…
Bar Bianco….campeggio di Sistiana…

-          Ciao Saraaaa…Saraaa…son Sandro…ciaoooo…!!!!

Le tabelle dei chilometri della maratona 22….23….24… fanno il paio con quelle della mezza…psicologicamente fanno bene perché è come se ti avvicinassero alla meta! Ormai manca poco, veramente poco alla fine della salita ed al mare sulla destra…con questa limpida giornata poi anche il castello di Miramare e Trieste noon saranno più un qualcosa di astratto.
25° chilometro, gelateria costa dei Barbari sulla destra, fine della salita ed inizio della strada costiera..ormai anche la seconda bustina di gel è digerita, speriamo faccia il suo effetto.Altra bottiglia d’acqua al ristoro…i primi ritiri..i primi che camminano…ahia…
Sole, tanto sole sulla destra e parete bianca di roccia che lo riflette sulla sinistra…correre su questa strada una maratona a ridosso di mezzogiorno fa si che tutto diventi più difficile…meno male che il berretto c’è !
27…28….30… inizio ad accusare qualche fastidio al polpaccio destro, niente di preoccupante…faccio coppia con Bruno, Fabrizio ci segue un po’ attardato…il portamento non è più quello dell’inizio e si nota che è un po’ provato…
 
-          andè andè…andè pur…
-          Fabri ‘ndemo…’ndemo pian su…molemo un pocheto…’ndemo…
-          Andè…andè…

Io e Bruno cerchiamo di mantenere il ritmo….non so Bruno ma io..penso al 35°…sigh…

33…34…hotel Riviera…Fabrizio è rimasto un po’ dietro, con Bruno proseguiamo e cerchiamo di mantenere il passo…ad ogni chilometro controllo la media, qualche chilometro me ne dimentico, segno che gli zuccheri iniziano a scarseggiare…terzo gel e da come lo prendo mi rendo perfettamente conto che sono decisamente stanco…solo il fatto di dover aprire la bocca e variare la respirazione mi disturba parecchio.
Gallerie di Grignano, la strada s’inclina ancora di più verso il mare, una fastidiossima discesa che rischia di farti piantare quando il percorso ritornerà piano…bisogna rallentare o perlomeno non accelerare…
35°…ci siamo…lasciamo al tabella sulla sinistra, 7 km e rotti all’arrivo, 35 già fatti…tempo 3h 15’ fino ad ora, anche rallentando un pochino si chiude sotto le 4 ore…bene…
36°…rallento un po’, ascolto il mio cervello (tanto comanda lui, non posso farci nulla…)…voglio solo toccarmi un attimo il polpaccio destro per premere un pochino proprio là…ecoo….mi fermo…mi fermo e non riesco a ripartire…sono quasi immobile, voglio correre ma a fatica, tanta fatica, cammino…mi blocco proprio, cerco di mettere assieme un po’ di forze per far ripartir la macchina, le gambe..ma niente…
Bruno prosegue e lo invito a farlo…io nulla….passo il 37° manco a ritmo “asparasi” ma proprio camminando…è come se si fosse spenta la luce…non barcollo, sono assolutamente conscio di non poter ripartire…mi dico…

-          ok Ale….senti…’deso un poco se corri…la prossima meta xè quell’allbero lazò, ale su…avanti…

Funziona…riparto… l’albero del mio personalissimo traguardo è passato..proseguo con i topolini sulla destra e quelli della non competitiva con le magli arancioni in primo piano rispetto al mare. Questo tratto lo conosco a memoria a forza di averlo battuto tutto l’inverno avanti e indietro…in questi casi, almeno per me, non è un bene, assolutamente…
Piazzale Kennedy ancora acqua rubata ad un ristoro della massa arancione…bevo camminando…faccio un po’ d’aritmetica al passaggio del 39° un po’ più avanti….3ore e 45, dovrei fare a 5' al km i prossimi 3 che mi mancano…in queste condizioni non è facile…peggio ancora, ho fatto gli ultimi 4 km in 30’…onestamente mi deprime parecchio questa performance da “pensionato invalido”…e peggio di tutto mi supera il pacemaker delle 4 ore…me…a !!!
Crampi, maledetti crampi al polpaccio destro…e disturbo al quadricipite sinistro, destra e sinistra che si coalizzano…nella realtà non succede MAI ma per queste cose mi rendo conto di essere un po’ pioniere…
Cavalcavia…corricchio con lo stimolo del traguardo al prossimo albero, alla tabella chilometrica…punto dei runner davanti a me…all’altezza della stazione i crampi sono quasi insopportabili e devo fermarmi per tirare il polpaccio. Un runner romano (?) mi inviata a seguirlo e mi sprona…lo faccio…però lui si ferma 20 metri dopo (...ma...ma...co t'son fora!!)…corso Cavour…ormai ci sono anche se piazza Unità mi sembra lontanissima!
Teatro Verdi…aumento il ritmo…all’ingresso in piazza subito sulla sinistra do il “5” a Paolo (Nonis) e signora…piazza Unità….200mt…foto di Roberta Radini ...allargo le braccia, ci sono….100….50mt…il “5” di Walter (…iera importante finirla questa Sandro…ale…) ….5… Fù che mi aspetta con le braccia tese….2…..A R R I V A T O !!
Chiudo in 4.08.55 …Fù scalpita, salta, mi abbraccia….riesco ad abbracciarla anch’io…mi butto sulle transenne…di fronte a me Roberta, Luisa, Giulia, Ottavio, Noemi, Marco… il polpaccio tira tantissimo…non riesco a parlare…Bruno a fianco a me arrivato in 3.55…Fabrizio taglierà a 4.15…



 Alla sera, a casa Rosi, mamma di Fù…

-          per mi no xè normale far 40 e passa chilometri..e po’ no basta a pìe…ma de corsa…
-          ma signora…in definitiva…
-          ma se mati se…xè come ‘ndar de corsa fin Umago..e no basta ancora perché fin Umago xè 40…
-          si bon ma la vedi…
-          dopo se sta mal…no xè normale Ali credime…magna qualcossa…
-          signora a dir el vero…
-          no no…no xè normale Ali…no semo fati per correr in sta maniera…no no…

Per lo meno el MONA de sera me lo son risparmià…almeno quest’anno…

venerdì 6 maggio 2011

Running - Aritmetica d'emozioni !

Uhmmm….  A memoria direi che l’ultima passata di sogni a sfondo numerico/matematico/aritmetico risalga al mai troppo rimpianto scorso universitario, allorchè toccava analisi I e le sere prima si era ben consci di saperne poco. Coscienza voleva  che le paturnie diurne trovassero poi degna compagnia nelle notti, troppo brevi all’epoca vuoi anche per il gusto meraviglioso di star fuori a far casino sino a tardi, pregne di arzigogoli matematici, differenziali, equazioni vergate nell’aria e nel cervello alla ricerca della soluzione, del perché…
Poi l’università è andata a farsi benedire, galeotti il lavoro scovato, i primi amori, la testa bacata, la mai troppa voglia di metter in testa quello che i tomi d’ingegneria esponevano…è rimasto un libretto con qualche esame dignitosamente fatto, niente più.
Oggi, con qualche (si fa per dire…) anno di più, tornano a galla nelle notti dei numeri, molto più banali che non quelli dell’epoca all’ateneo ma che, come gli altri, hanno il potere di destarti, di giorno così come di notte!
42 km (i rotti me li abbuono…) se fatti a 5.30…se invece fatti a 5.40…o magari a 5.20…moltiplicazioni e somme, fatte rifatte strafatte, che dovrei avere ormai appreso a memoria ma che mi ostino a ripetere (in silenzio..rischio la scherno se no !) che ne so, magari alla ricerca di qualche minutino in meno, di qualche secondo rubato al cronometro.
La mia prima 42, la mia prima maratona, arrivare a piazza Unità, tutto programmato da mesi, tutto assaporato in piacevolissima compagnia di tanti, con tabelle da rispettare, pioggia e sole, vento e afa, con tendini e muscoli e frattaglie varie nelle gambe ogni tanto a chiederne conto!
La mia prima maratona, che mi mette il magone, che mi fa la pelle d’oca solo allo scriverla (anche adesso, si anche adesso!) ormai è li, ad alcuni giri di lancette dell’orologio con il ritiro del pettorale, domani, segno che ormai ci siamo !Il clima che respiro di sfida con me stesso, la voglia tanta di iniziare e di non finire mai e la voglia di finirla prima possibile invece, facendola a 5.40….5.25…5.13…aritmetica, moltiplicazioni, attimi rubati al tempo..
La mia prima maratona….forte ‘sto running però!