Ore 12.15 circa, boschi del monte Lanaro…
Un viandante, in coppia ad un altro mi fa …”…ma de dove vignì ? ”
Rispondo…”..nel senso de dove che semo partidi ? ”
“Si…!” …mi dicono….”…de dove se partidi ?”
“De Moccò….”
“Moccò???Osssstia…ma xè lontan no ?
“28 - 30 chilometri…ma manca pocheto ormai….”
“30 chilometri !?!?!?!Ma cossa xè mona !?!?!?!”
Al mattino il tempo fuori era la fotocopia di quello del giorno prima, che faceva il verso a quello del giorno prima ancora…ergo, piove da 2 giorni, la temperatura si è alzata quindi va da sé che l’acqua che scende farà il paio con quella che troverà spazio dalla neve posatasi nei giorni scorsi sul Carso…e non correremo sull’asfalto, cosa da non sottovalutare….assolutamente.
Travaso di macchine e di passeggeri a Sagrado, lasciamo la Micra di Elena e con la mia, piena di Alessandro (io), Enzo, Elena ed Ottavio, ci traghettiamo a Moccò, dove la abbandoniamo a bordo strada (oggi vale tutto). Dentro il mezzo il tepore ci cullava, fuori ci aspetta pioggia, nebbia e qualche altra meraviglia…sorridiamo, pacche sulle spalle, siamo felici di prender acqua, dei brividi, delle pozzanghere alzate dalle macchine, siamo felici che quelli con la MTB ci passino vicino quasi sfiorandoci, godiamo di questo clima…che il viandante del Lanaro avesse ragione ?
Pian pianino ci caliamo nel mondo del Trail, mischiamo le nostre facce ed i nostri corpi bardati a quelli che già ci sono là, nel piazzale di fronte alla vecchia stazione che, sorniona, sembra fotografarci e darci una sorta di benedizione.
A memoria…Ketty…Beppe…Davide…Nicola…Annalisa…Andrea…un altro Davide…Serena… Fulvio….Enrico….e tanti tanti altri i quel fazzoletto di terra che tanto fazzoletto non è ma che sembra far un po’ di fatica a contenere il circo messo in piedi anche quest’anno dai ragazzi della Vulkan.
9.00 partono le MTB, alcune due ruote sfrecceranno anche alcuni minuti dopo attardate…tra pochissimo tocca a noi.
Pipì, ancora tre parole, ancora qualche pacca…manca pochissimo, ultime raccomandazioni dell’organizzazione e sulle immondizie e sul meteo…
Si va…!
Enzo un po’ più avanti, io dietro, poi Otto ed Elena e Ketty…siamo parte del serpentone colorato che, ingenuamente, schiva le pozzanghere cercando di calpestar l’asciutto anche a costo di zompare da una parte all’altra della ciclabile….i primi, quelli che gareggiano nella categoria NON umani fanno il vuoto. Piove praticamente sempre altrimenti ci pensa l’umidità che interviene per inzupparti per bene dal di fuori…dal di dentro ci pensa il sudore che inizia ad evaporare. Fine della ciclabile, ci si arrampica verso Pesek…cambia il terreno, il drenante della ciclabile lascia lo spazio al sottobosco orami diventato “letto” di un torrente d’acqua che scende; tappeti di foglie nascondono pozzanghere e pietre scivolosissime, il fango corona il quadro con un rossastro argilloso, macchie bianche di neve che resistono aggrappate a non si sa dove, il tutto rimescolato dai ciclisti un quarto d’ora prima, quasi a voler metter la firma ad un quadro che solo madre natura riesce a partorire, per lo meno fino a che l’uomo glielo permetterà…è il Carso bellezza !
Si sbuca a Pesek con le scarpe di un altro colore, molte volte l’effetto ventosa del fango ce le sradica quasi dai piedi, più di qualche volta temo di dover fermarmi scalzo per recuperare il maltolto !
Non ho caldo ne freddo, segno che l’abbigliamento è stato azzeccato, le gambe vanno, la testa sta bene, alla destra il Cocusso ed in fondo si intravede il campanile della chiesa di Basovizza con il bosco Igouza che ci sta aspettando. Imboccandolo penso a quante volte lo si è fatto di corsa e a piedi in questi anni !
Incrocio con il sentiero della Cinciallegra che da Basovizza porta a Sezana, ottimo presidio dei volontari che ti invitano verso il numero 3, “single track “ tra rovi e fango con la pioggia che non smette di martellarti, Gropada ormai è alla fine della salita. Sto correndo al ritmo della Annalisa Muran e quindi…sto correndo troppo veloce! Bahhhh…
Giusto una macchia d’asfalto a ridosso del vecchio confine agricolo e….”Aliiiiiiiiiiiiiiiiiiii……!!”…prima ancora di vederla sento la voce di Fù, piazzata assieme a Luisa all’ingresso del bosco, proprio ai piedi del monte dei Pini! Bagagliaio aperto, tè, cioccolato, integratori…se lo avessi chiesto avrebbero probabilmente messo su la moka e preparato a dovere con biscotti e marmellate !Mi fermo giusto il tempo per bere un po’ di tè caldo e riparto con un pezzo di cioccolato in bocca che sputerò più avanti…non so mangiare correndo, meglio che me lo metta in testa una volta per tutte! La sosta mi rallenta un po’ le gambe sulla salita del monte dei Pini, fatico e lascio andare le gambe verso il monte Franco e da qui a scendere verso la ciclabile Trebiciano Orlek. Altro tratto con terreno pianeggiante direzione Fernetti ma anche con parecchie pozzanghere-piscina (mega ploc per i locali !), corro da un bel po’ con un gruppo di 5, la Muran ormai è solo un ricordo. Più di qualche volta il piede si immerge nell’acqua bel oltre la caviglia, cosa che ti fa correre come se al posto delle scarpe avessi delle infradito! Ristoro dei 20…tè e panettone e, volendo, vino !Vada per il tè, tre parole con il “gestore” e si riparte con leggere varianti rispetto all’anno precedente grazie ai fenomeni delle comunelle, arroganti proprietari del niente !Fernetti e oledotto SIOT, alla detra c’è ma non si vede il monte Orsario, e via andare….sono sulle gambe o, più strong, sono sul pezzo !
Asfalto della strada provinciale 9 che da Opicina va verso Zolla, si corre sul asfalto e si reinizia a salire; da qui all’arrivo praticamente è tutta salita, salvo alcuni piccoli tratti. Corro e sto molto bene! Supero una decina di runner che arrancano, mi impongo di non camminare ma di rimanere con un ritmo che assomigli più alla corsa. Riesco a farlo fino a Zolla, dietro al ristorante Furlan rifiato un pochino in discesa prima di riprendere lo sterrato. Il gps ne segna 25 e rotti e, se mai fosse possibile, aumenta il fango e le piscine e la neve. In alcuni tratti faccio fatica a stare in piedi, alcune volte dei rami sembrano messi li a posta come passamano o come ultimo baluardo prima di cadere. Rifiato e ricorro e rifiato, incrocio il dinamico duo di pensionati che citavo all’inizio e che mi (ci) etichettano con “slang triestino”, ancora foglie miste a fango, ancora un'altra pozzanghera che vuole tenersi come trofeo scarpa e calzetto ma che insisto per portare con me in cima! Ovviamente piove sempre ma è solo un dettaglio ! Incrocio per Repen, si sale a destra e via verso i tornanti del Lanaro, alcuni con le MTB scendono verso casa, altri stremati trascinano il mezzo verso la meta, ormai non ce la fanno a rimontare in sella! Uno in particolare prosegue ma sembra che la bici porti su lui…provo a chiedergli se va tutto bene, incoraggiandolo… nessuna risposta, manco mi guarda. Ultime rampe ed ultimo incrocio, a sinistra si va verso Malchina a destra la cima del Lanaro…proseguo, cammino poggiando le mani ed il peso del corpo sulle gambe. Nuvole basse e nebbia e la pioggia che inizia a prender forma di nevischio…arrivo dopo 210 minuti e briciole dalla partenza !
Sto benissimo, come sempre mi capita i questi momenti mi pervade un senso di felicità estrema, voglia di urlare e di fare il pieno di gioia, ma dentro, laddove nessuna arriva, una profonda malinconia …. Due anni fa c’eri anche tu capobranco e l’anno scorso te l’avevo raccontata ! Oggi l’hai fatta con me, ogni passo ogni pietra porteranno le nostre firme, oggi e domani e sempre ! Grande capobranco mio !
Fa freddo, recupero la sacca ed inizia quasi a nevicare, il sudore, non più supportato dal calore del corpo, mi avvolge come una sciarpa di ghiaccio…riesco a buttar giù una birra, Fù che mi zompetta a fianco !
Incrocio Enzo e, senza cambiarmi, ridiscendiamo verso Sagrado, correndo e camminando, incrociando gli sguardi assenti ma felici di quelli che devono ancora arrivare; la nebbia e le nubi basse diradano, la temperatura un po’ sale, i campi ai bordi della strada ed il rumore delle macchine…posso finalmente cambiarmi, mettermi qualcosa d’asciutto e sedermi in macchina, motore acceso e riscaldamento a manetta ad aspettare chi assieme a noi deve essere trasportato alla partenza, per riprender il mezzo.
E l’adrenalina che non se e vuole andare….
Ricorderò questa LGF anche per…
Elena e l’integratore preso E S A T T A M E N T E ai sedicivirgolacinque chilometri !
Otto ed i carciofi del giorno prima per le salutari fuoriuscite del giorno dopo
Beppe ed i suoi personalissimi 22/33esimi e l’abbigliamento da barbone !
Luisa e Medea e il Doc e il “facciounlungo” e aki ed infine cosa più ovvia a tutti e vi faccio assistenza
Fù1…perché Fù…e per il salire e ridiscendere il Lanaro come fosse cosa normalissima
Fù2 per l’off road targato DT e la borsa di Elena lasciata a casa dove non serviva a nessuno
Enzo e le polpaccere verdi di Elena e la telefonata a Teso al 28°
Ketty ed il suo spirito da corsa campestre ed il carattere da ultarunner e per le bombe al marzapane del terzo tempo
Me, Ale o Ali come preferite...alle gambe che vanno e che supportano quel bel po' che hanno sopra...grazie STRONG COACH Andrea !
Me, Ale o Ali come preferite...alle gambe che vanno e che supportano quel bel po' che hanno sopra...grazie STRONG COACH Andrea !
Tutti noi del K12K che MAI, assolutamente MAI, si è pensato di non farla e di non arrivare !